Nel Mugello, tra colline e borghi antichi, vive ancora la tradizione dei Maggiaioli, cantori popolari che celebrano l’arrivo della primavera con canti propiziatori. Questa usanza ha origini antichissime, legata ai riti contadini che salutavano il mese di maggio come simbolo di rinascita, fertilità e abbondanza.
Già nel Medioevo si cantava l’avvento del Maggio, ma le prime testimonianze certe dei Maggiaioli nel Mugello risalgono alla fine dell’Ottocento. Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, i gruppi partivano a piedi tra le campagne per portare auguri di pace, amore e buon raccolto alle famiglie dei casolari.
Ogni gruppo portava con sé un ramo fiorito, decorato con pannocchie, fiori e ulivo, simboli di prosperità. Giunti davanti a una casa, intonavano uno stornello di presentazione, seguito da canti tradizionali.
In cambio ricevevano offerte in natura – uova, formaggio, vino – oggi più spesso sostituite da denaro. Se nessuno rispondeva, il congedo avveniva con un ironico anatema: “V’entrasse la vorpe n’i’ pollaio!”
Nonostante il tempo, questa tradizione resiste grazie a gruppi locali che ancora oggi portano nelle piazze e nelle case del Mugello il canto del Maggio, memoria viva di una cultura contadina autentica e condivisa.